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PFAS negli alimenti: cosa sta facendo l’Unione Europea a riguardo?

Nuovi aggiornamenti legislativi emanati dall'Unione Europea per campionamenti, monitoraggi, analisi e limiti di legge degli PFAS negli alimenti, restrizioni sempre più severe e aumento della sensibilizzazione dell'opinione pubblica

20/01/2023

Per PFAS si intende una famiglia di composti fluorurati ampiamente utilizzati, dagli Anni ’50 in poi, in settori quali imballaggi di carta per alimenti, cosmetici, schiume antincendio, vernici, pesticidi, impermeabilizzanti, etc., grazie alle loro molteplici proprietà chimico-fisiche (quali resistenza ad alte temperature ed agenti chimici, idrorepellenza, proprietà tensioattive, etc.) che derivano dalla presenza di forti legami carbonio-fluoro, difficili da disgregare.

Classificati come inquinanti organici persistenti (POPs) e in quanto sostanze stabili ed ubiquitarie (alta mobilità in acqua), le problematiche di bio-accumulo, derivato da acque, ambiente e suolo, alimenti, packaging e rifiuti, sfociano in gravi rischi e danni per la salute umana (fertilità, obesità, cancro, etc.).

Nel 2008 c’è stato un primo parere scientifico su PFOS, PFOA e loro sali (i più diffusi della famiglia, inseriti successivamente nella Convenzione di Stoccolma). Nella raccomandazione 2010/161/UE sono stati recuperati ulteriori dati di approfondimento e, dallo stesso anno, l’EFSA (European Food Safety Authority) raggruppa dati ed informazioni sugli PFAS in alimenti e mangimi con l’obiettivo di valutare l’effettivo rischio di esposizione dei consumatori. Alcuni tra gli PFAS più pericolosi sono già stati inseriti nella lista delle sostanze estremamente preoccupanti (substances of very high concern, SVHC) del REACH, altri sono in fase di valutazione per un potenziale prossimo inserimento.

In Italia, la situazione più critica è stata rilevata dal 2013 nelle acque del Veneto, contaminate dagli scarichi delle industrie produttrici di sostanze perfluoroalchiliche, ma, data la forte stabilità e l’elevata mobilità in acqua di questi composti, la problematica non può essere considerata geograficamente confinata.

I più recenti riferimenti legislativi, dedicati principalmente alla matrice alimentare, sono:

  • Il Regolamento esecutivo (UE) 2022/1428, per il campionamento e l’analisi degli PFAS negli alimenti.
  • La Raccomandazione (UE) 2022/1431, per il monitoraggio di 28 PFAS specifici negli alimenti (frutta, ortaggi, alghe marine, semi oleosi, alimenti per lattanti e bambini, alimenti di origine animale, vino, birra, etc.) per i prossimi quattro anni (2022-2025). Vengono inoltre dichiarati i valori dei limiti di quantificazione dei metodi analitici utilizzati ed esplicitati i valori di concentrazione rilevati oltre i quali le cause di contaminazione dovrebbero essere maggiormente attenzionate.
  • Il Regolamento (UE) 2022/2388, pubblicato l’8 Dicembre 2022, che definisce i limiti di legge per PFOS, PFOA, PFNA, PFHxS e loro somma negli alimenti quali uova, crostacei, molluschi, carne, pesce e derivati (allegato del Regolamento da integrare alla Regulation (EC) No 1881/2006).


Il 13 Gennaio 2023, Germania, Danimarca, Olanda, Norvegia e Svezia hanno inoltrato all’ECHA (European Chemical Agency) la proposta di ulteriori e pesanti restrizioni, fino ad arrivare alla totale messa al bando, degli PFAS; la proposta sarà pubblicata il 7 Febbraio 2023, sarà poi seguita da una consultazione pubblica e dalla decisione finale degli Stati Membri.

Colossi industriali, come la 3M, hanno dichiarato il loro impegno nell’eliminazione degli PFAS all’interno delle proprie produzioni entro il 2025, in seguito alla richiesta di un’azione in tale direzione da parte degli investitori. Recentemente, negli Stati Uniti, un gruppo di consumatori ha intentato una causa contro Inhance, azienda produttrice di contenitori per beni di consumo, accusandola di non aver seguito le regole dell’EPA (Environmental Protection Agency) riguardanti l’utilizzo degli PFAS nei contenitori per alimenti.



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