Il carbonio elementare rappresenta un indicatore chiave dell’esposizione professionale ai gas di scarico dei motori diesel, con gravi effetti sulla salute dei lavoratori. È fondamentale valutare correttamente i livelli di esposizione e applicare i limiti previsti dalla legge per adottare misure di prevenzione e protezione adeguate e ridurre i rischi.
Il carbonio elementare (EC, Elemental Carbon) è una frazione del particolato atmosferico costituita da particelle fini prodotte dalla combustione incompleta di materiali organici.
Le principali fonti in ambito occupazionale sono:
Il carbonio elementare ha importanti implicazioni sanitarie nei luoghi di lavoro, quali ad esempio:
Il monitoraggio del carbonio elementare nei luoghi di lavoro si basa su campionamento con filtri in fibra di quarzo e analisi termo-ottica. I principali metodo analitici sono:
È fondamentale garantire l'uniformità del deposito sul filtro per avere risultati rappresentativi. In ambienti con alte concentrazioni di polveri, si utilizzano cicloni o impattori per selezionare la frazione dimensionale e prevenire il sovraccarico dei filtri.
Negli ultimi anni, il carbonio elementare ha acquisito grande rilevanza anche in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Dal 21 febbraio 2023 è in vigore in Italia il limite di esposizione professionale per i gas di scarico dei motori diesel, fissato a 0,05 mg/m³ di carbonio elementare (EC). Questo valore è stato introdotto nel D.lgs. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza), a seguito della classificazione delle emissioni diesel come cancerogene. In ambito europeo, la misura di EC è prevista dalla Direttiva 2008/50/CE e dalle successive modifiche alla Direttiva 2004/37/CE sui cancerogeni nei luoghi di lavoro, con recepimento nei vari Stati membri.
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