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Amianto, come lo stiamo combattendo?

Scopriamo cosa ha deliberato la comunità europea riguardo alla gestione e lo smaltimento dell’amianto ma anche come avviene la rilevazione delle sue fibre all’interno dei campioni.

Scopriamo cosa ha deliberato la comunità europea riguardo alla gestione e lo smaltimento dell’amianto ma anche come avviene la rilevazione delle sue fibre all’interno dei campioni.

L’amianto (o asbesto) è un materiale fibroso, costituito da fibre minerali naturali appartenenti ai silicati e alle serie mineralogiche del serpentino (crisotilo o amianto bianco) e degli anfiboli (crocidolite o amianto blu). Le fibre minerali comprendono sia materiali fibrosi naturali, come l’amianto; sia fibre artificiali, tra le quali la lana di vetro, la lana di roccia, ed altri materiali affini.

Di solito si ritrova in forma compatta, inglobato in una matrice cementizia (cemento-amianto in copertura, canne fumarie ecc.) o in altre matrici (pavimenti in linoleum, pareti, pannelli ecc.), ma è possibile trovarlo anche in forma friabile, più pericolosa, nel caso di utilizzo come insonorizzante o isolante sui controsoffitti e/o sulle pareti. La liberazione di fibre di amianto all’interno degli edifici, dove è presente, può avvenire per lento deterioramento dei materiali costitutivi (isolanti o coibenti), per danneggiamento diretto degli stessi da parte degli occupanti o per interventi di manutenzione inappropriata.

Nonostante il divieto vigente in tutta Europa (direttiva del 1999 da attuarsi entro il 2005), l’amianto continua a mietere vittime nel nostro continente. È un agente cancerogeno, particolarmente nocivo per la salute è il fibrocemento (meglio conosciuto come “eternit”), una mistura di amianto e cemento particolarmente friabile e quindi soggetta a danneggiamento o frantumazione. I rischi maggiori sono legati alla presenza delle fibre nell’aria. Una volta inalate, le fibre si possono depositare all’interno delle vie aeree e sulle cellule polmonari. Le fibre che si sono depositate nelle parti più profonde del polmone possono rimanere nei polmoni per diversi anni, anche per tutta la vita. La presenza di queste fibre estranee all’interno dei polmoni può comportare l’insorgenza di malattie come l’asbestosi, il mesotelioma (tumore alla pleura) ed il tumore dei polmoni.

A livello UE esiste un ampio corpus legislativo sull’amianto, che regolamenta il divieto dell’uso e della commercializzazione dell’amianto (in Italia la legge è stata approvata nel marzo 1992, la n. 257), i valori limite (2003/18/CE; 83/477/CEE) e la protezione dei lavoratori (Direttiva 2009/148/CE n. 148 del 30 novembre 2009). Oltre al divieto sono state rese obbligatorie le certificazioni delle imprese e la formazione dei lavoratori.

Nel nostro laboratorio eseguiamo valutazioni sulla presenza di amianto in campioni di varia natura attraverso due diversi metodi; l’analisi MOCF e l’analisi SEM-EDS.

La prima viene eseguita su campioni di aria e viene svolta su un microscopio con ingrandimento 500X, questa analisi è di tipo qualitativo. La seconda invece viene svolta su campioni solidi e liquidi ed è sia qualitativa che quantitativa, il limite di rilevabilità è molto basso, 100 parti per milione grazie ad un ingrandimento di 20000X.

Il nostro rigore durante la preparazione del campione e l’esecuzione delle analisi ci permettono di soddisfare i più elevati standard qualitativi richiesti per la certificazione Accredia. Inoltre determinate analisi possono essere svolte solo dopo un’autorizzazione da parte del Ministero della Salute.



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