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Qualità del vapore e requisiti UNI EN 285 per una sterilizzazione sicura

La Norma UNI EN 285 definisce parametri di qualità del vapore e, in particolare, del condensato del vapore e dell’acqua di alimentazione. Questi due elementi devono essere monitorati affinché le caratteristiche del vapore nella camera siano tali da non compromettere il processo di sterilizzazione, né danneggiare la sterilizzatrice

Il vapore si ottiene riscaldando l’acqua fino al suo punto di ebollizione quindi, con l’aggiunta di ulteriore calore, l’acqua in ebollizione si trasforma in vapore.

La relazione tra temperatura rispetto alla pressione crea, in termodinamica, la curva di saturazione. L’acqua e il vapore (in stato di ebollizione o di condensazione) possono coesistere a qualsiasi pressione; essi vengono denominati “acqua satura” e “vapore saturo” perché saturi di energia termica.

 Il vapore dovrebbe essere:

  • disponibile al punto d’uso (le tubazioni devono essere dimensionate in modo idoneo alle esigenze applicative)
  • disponibile nella quantità necessaria
  • a pressione e a temperature previste
  • esente da aria e gas incondensabili
  • esente da corpi estranei (il deposito sulle superfici di scambio determina una perdita della continuità operativa degli impianti riducendone il gradiente di trasmissione del calore)
  • secco (la presenza di acqua nel vapore riduce l’energia termica per unità di massa del vapore stesso).


Prove di Qualità del Vapore (Steam Quality Test) - Norma UNI EN 285

La Norma UNI EN 285 include raccomandazioni per la qualità del vapore e, in particolare, per il condensato del vapore e per l’acqua di alimentazione. Questi due elementi devono essere monitorati affinchè le caratteristiche del vapore nella camera siano tali da “non compromettere il processo di sterilizzazione, né danneggiare la sterilizzatrice e il carico da sterilizzare”.

Attività da eseguire:

Gas non condensabili

Il quantitativo di aria e gas non-condensabili nel vapore può impedire l’ottenimento delle condizioni di sterilizzazione in qualunque punto del carico da sterilizzare. La presenza di aria costituisce una barriera nella trasmissione del calore, mentre la presenza di ossigeno, ammoniaca, anidride carbonica ed altri gas disciolti nell’acqua può corrodere l’interno delle caldaie e delle tubazioni degli impianti. Le sostanze generate dalla corrosione, precipitando, possono formare depositi che contaminano il vapore da distribuire e le sue aree di utilizzo.

Secchezza del vapore

La secchezza del vapore è definibile attraverso la determinazione di “frazione di secchezza”: una eccessiva umidità può dare origine a carichi bagnati e a una distribuzione irregolare della temperatura. Le goccioline di acqua trascinate dal vapore aggiungono una pellicola liquida stagnante sulla superficie di scambio riducendone lo scambio termico.

Surriscaldamento del vapore

Quando il vapore si trova sopra la curva di saturazione si ottiene “vapore surriscaldato”, un fluido non adatto all’uso delle sterilizzatrici in quanto può comprometterne la funzionalità (tende a bruciare i materiali tessili e cartacei e porta ad un rapido deterioramento della gomma).

Campionamento e ricerca di contaminanti presenti nell’acqua per la produzione di vapore

Campionamento e ricerca di contaminanti e endotossine batteriche presenti nella condensa del vapore fornito alle sterilizzatrici


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